Storia delle relazioni bilaterali tra Albania e Italia.
Le relazioni albanesi-italiane sono antiche quanto i nostri due paesi. La storia testimonia uno stabile binomio di interessi.
Roma e Venezia diedero e beneficiarono molto dello sviluppo economico, politico e culturale dell’Illiria. Non è un caso che sui troni imperiali e papali siedano figure di origine illirica; così come non è casuale la collaborazione tra Skanderbeg e Alfonso V di Napoli; non è un caso che il primo documento della lingua albanese scritta, la “Formula di Battesimo” sia stato ritrovato nella biblioteca di Milano; così come non è un caso che centinaia e migliaia di donne Arber perseguitate dagli invasori ottomani dopo la morte di Skanderbeg trovarono rifugio e ospitalità sul suolo italiano; non è nemmeno un caso che centinaia di donne arber abbiano combattuto e versato sangue per la libertà e l’unità d’Italia nelle zone garibaldine. È noto il contributo dell’Italia all’indipendenza dell’Albania e soprattutto il suo impegno alla Conferenza di Londra, insieme all’Austria, per la creazione di uno Stato albanese indipendente.
Con la Dichiarazione d’Indipendenza dell’Albania nel 1912 furono stabilite le prime relazioni diplomatiche con altri paesi. Uno di questi è l’Italia. Come richiede la pratica delle relazioni internazionali, uno Stato indipendente dovrebbe avere una propria rappresentanza nei paesi con cui intrattiene rapporti di cooperazione. Appena creato il governo di Ismail Qemali era troppo presto per istituire una rappresentanza diplomatica e così è toccato al governo del principe Vid essere il primo a stabilire un rapporto con l’Italia, costituendovi un proprio rappresentante, appunto Myfid Bey Libohova . Con la partenza di Libohova si è verificata una rottura nei rapporti tra Albania e Italia, a causa della Prima Guerra Mondiale. Un anno dopo il Congresso di Lushnja riprese l’istituzione delle missioni diplomatiche con l’Italia, stabilendo così la prima legazione albanese a Roma e con essa la creazione di diversi consolati che si sarebbero ampliati con l’avvento al potere di Zogu. Durante il regime di Ahmet Zog fino al 7 aprile 1939, quando siamo stati posti sotto l’occupazione italiana, la comunicazione reciproca tra i due paesi attraverso le loro rappresentanze nei rispettivi paesi ha funzionato regolarmente. Dal 1939 al 1945 i rapporti con lo Stato italiano furono congelati a causa della seconda guerra mondiale, poiché anche noi eravamo uno dei paesi occupati dai fascisti italiani.
Il periodo delle dittature fasciste e comuniste in Italia e Albania è la parte più oscura e amara della storia delle relazioni tra i nostri due Paesi. Il Trattato di pace con l’Italia fu firmato nel febbraio 1947 a Parigi ed entrò in vigore il 15 settembre 1947. Nel maggio 1949 furono ripristinate le relazioni diplomatiche a livello di legato, dopo continue richieste da parte italiana. Il 2 febbraio 1954 presentarono le credenziali l’Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario della Repubblica Italiana a Tirana. Fin dai primi anni del dopoguerra i governi italiani, nella loro politica nei confronti dell’Albania, condannarono l’aggressione fascista del 7 aprile 1939, attribuendola al fascismo e considerandola soltanto un fatto storico. Hanno anche riconosciuto la sovranità del nostro Paese e i confini esistenti.
Dopo l’uscita del nostro Paese, nel 1968, dal Trattato di Varsavia, da parte italiana ci furono sforzi per avvicinarsi al governo albanese. Un certo sviluppo dei rapporti con l’Italia si è visto negli anni ’80. In questo periodo si sono verificati scambi di varie delegazioni, visite di membri del governo, un aumento del volume degli scambi commerciali e culturali.
Nel corso degli anni 90, soprattutto dopo i cambiamenti politici avvenuti in Albania, i rapporti tra i due paesi hanno avuto un notevole impulso. L’Italia agli albori della democrazia si è distinta come uno dei partner strategici più importanti del nostro Paese, assistendo e contribuendo alle riforme istituzionali, alle riforme economiche e al consolidamento dello Stato di diritto. Inoltre, le relazioni bilaterali furono caratterizzate da un’intensa attività in campo politico-diplomatico e socio-economico.
La cooperazione tra i nostri paesi in questa nuova fase è diventata multidimensionale e sfaccettata. Il sostegno italiano si è fatto presente in quasi tutti i campi del nostro Paese, riconfermando che l’Italia è stato il principale donatore bilaterale dell’Albania, sia in termini di finanziamenti che di ampiezza dello spettro di interventi. Questa intensificazione si è ulteriormente osservata in termini di reciproci incontri ad alti ed altissimo livello, ma anche in frequenti contatti ad altri livelli, facendo sì che le relazioni tra i due Paesi assumessero un contenuto più concreto ed efficace.
Tali rapporti hanno continuato a crescere e ad approfondirsi fino ai giorni nostri, trasformandosi in veri e propri rapporti di partenariato e di relativo equilibrio nel rapporto import-export in campo economico-commerciale. Pertanto, il progresso della cooperazione e il ruolo che l’Italia ha avuto nei nostri confronti ha visto intensità e sviluppi abbastanza positivi.
Nei rapporti tra i due Paesi, oltre all’aspetto quantitativo, ci sono anche elementi qualitativi, che li hanno avvicinati e confermato il carattere strategico dei nostri rapporti con l’Italia. L’Italia oggi sostiene l’integrazione europea dei Paesi dei Balcani occidentali, tra questi e l’Albania, come una delle priorità della sua politica estera.
Questo livello di relazioni è in piena sintonia con l’orientamento del governo albanese, che considera di primaria importanza e di partenariato strategico i rapporti con l’Italia.